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Fredegario ed Ametegis
Scritto da Administrator   
sabato 24 luglio 2010

 

Ametegis è un antico nome di luogo citato nella Cronaca del Fredegario, cronista merovingio intorno alla prima metà del VII° secolo.

Secondo la lettura proposta da alcuni studiosi, in particolare G. Casiraghi [1], Ametegis identificava il luogo di Mattie.

La scelta di questo nome, per la nostra Associazione è legata all'interrogativo ancora aperto del suo significato. Vuole esprimere una sensibilità e volontà di conoscere, poi comprendere e testimoniare.

Fredegario è l'autore a cui è stata attribuita una cronaca (Chronicon Fredegarii) composta fra il 658 e 661 d.C., che riporta una storia ragionevolmente dettagliata della prima metà del 600.

I manoscritti che la compongono risultano anonimi.

Il nome Fredegarius, usato da Claude Fauchet [2] sin dal 1579 “in ragione dell'ignoranza del vero autore", è apparso per la prima volta nel suo "Antiquités gauloises" (edito a Parigi nel 1599) e designa l'autore presunto della compilazione storica anonima (Chronicon Fredegarii) in cui è riferita la storia della spedizione franca dal suo avvio fino al 658.

La moderna ricerca ha scoperto che il lavoro è fatto in realtà da tre testi, ciascuno appartenente ad un autore diverso.

Il primo autore è Burgundo.

Il suo lavoro è un'epitome (ossia un compendio, ciò che resta di un'opera estesa, una volta eliminate le parti di minore importanza) di sei libri della "Storia Ecclesiastica della spedizione dei Franchi" di Gregorio da Tours, dai tempi più antichi alla morte di Chilperico I°, nel 584.

Egli ha anche scritto il "Liber Generationis" e fatto estratti da Idazio da Limica e San Girolamo che formano il primo ed il secondo libro, nell'edizione critica del Chronicon di Bruno Krusch (1).

Includendo l'epitome, o terzo libro, egli ha scritto la porzione più grande della cronaca, anche se la meno importante, in quanto i contenuti non sono costituiti da materiali originali, ma fanno riferimento a fonti precedenti, non senza gravi errori ed imprecisioni.

La parte del quarto libro, che va dal 613 (secondo B. Krusch, o dal 616 secondo G. Schnürer (2) ), è stata attribuita allo stesso autore.

I commenti di Schnürer evidenziano che lo scrittore era in contatto con Warnacharius, il "maggiordomo del palazzo" (dal latino maior domus, "maggior servitore della casa", il funzionario che sovrintendeva al palazzo reale) e crede che egli possa essere identificato con Agrestius, un monaco di Luxeuil.

Il secondo autore, anch'esso Burgundo, è originario del sud della Francia ed è apparentemente vissuto qualche tempo a Parigi. Egli ha scritto un lavoro originale esteso fino all'anno 642 e contiene informazioni preziose perché non si riscontrano altrove. E un autore imparziale e verace, la cui testimonianza merita di essere in genere tenuta in grande fiducia.

Il terzo autore, che porta a conclusione il "Chronicon", è un partigiano di Grimoaldo, "Signore del palazzo" e grande ammiratore della famiglia carolingia.

Sono suoi i capitoli 84 a 88 e molte interpolazioni nel testo.

Queste ed altre conclusioni importanti sono state raggiunte in tempi recenti, grazie all'acume critico di B. Krusch.

Molti punti sono stati più precisamente definiti da G. Schnürer, e le opinioni dei due studiosi prese insieme possono essere considerate definitive, benchè su questo soggetto l'ultima parola non è ancora stata detta.

L'interesse nel "Chronicon" di Fredegarius consiste nel fatto che è il solo documento che tratta in via continuativa questo periodo della storia del Franchi che va dal 591 (anno a cui si avvicina la "Storia Ecclesiastica" di Gregorio da Tours) al 658.

A parte questo lavoro, non vi è quasi nessuna documentazione di quel periodo della storia dei franchi.

Tutti e tre gli autori esibiscono, è vero, molto barbarismo in dizione e pensiero; ma dobbiamo a loro la conservazione di alcune memorie degli eventi dei loro tempi.

Il "Chronicon" di Fredegarius è stato pubblicato a cura di B. Krusch in "Scriptores Rerum Merovingicarum" (1).


(1) Bruno KRUSCH (Görlitz, 08.07.1857, 29.06.1940), Monumenta Germaniae Historica [M.G.H.], Scriptores Rerum Merovingicarum, II, Hanover, 1888.

(2) Gustav SCHNÜRER (Jätzdorf, Slesia, 30.6.1860 - Friburgo CH, 14.12.1941), storico.

Fonte: New Advent (traduzione dall'inglese: Silvio Tonda)

 

Il testo che segue è un estratto della Cronaca, incentrato sul passo in cui si riscontra la citazione di "Ametegis":


FREDEGARII SCHOLASTICI CHRONICUM CUM SUIS CONTINUATORIBUS,
SIVE APPENDIX AD SANCTI GREGORII EPISCOPI TURONENSIS HISTORIAM FRANCORUM.














...

AN. DCXVI. Anno 33 regni Chlotharii Warnacharium majorem domus cum universis pontificibus, sed et Burgundaefarones Bonogelo villa ad se venire praecepit, ibique cunctis illorum justis petitionibus annuens, praeceptionibus roborat.


XLV. Langobardorum gens quemadmodum tributa duodecim millia solidorum ditioni Francorum annis singulis dissolvebant, referam; vel quo ordine duas civitates, Augustam et Siusium cum territoriis a parte Francorum cassaverant, non abscondam.
Defuncto Clep ipsorum principe, duodecim duces Langobardorum duodecim annis sine regibus transigerunt. Ipsoque tempore, sicut supra scriptum legitur, per loca in regnum Francorum proruperunt; pro ea praesumptione in compositione Augustam et Siusium civitates cum integro illorum territorio et populo, partibus Guntchramni tradiderunt.
Post haec legationem ad Mauricium imperatorem dirigunt; ii duodecim duces singulos legatarios destinant, pacem et patrocinium imperii petentes.
Iidemque et alios legatarios duodecim ad Guntchramnum et Childebertum destinant, ut patrocinium et defensionem Francorum habentes, duodecim millia solidorum annis singulis his duobus regibus in tributa implerent, vallem cognomento Ametegis partibus Guntchramni cassantes, ut his legatis, ubi plus congruebat, patrocinium sibi firmarent.
Post haec integra devotione patrocinium eligunt Francorum. Nec mora, post permissu Guntchramni et Childeberti Autharium ducem super se Langobardi sublimant in regno. Alius Autharius idemque dux, cum integro suo ducatu se ditioni radidit imperii, ibique permansit, et Autharius rex tributa quae Langobardi ad partem Francorum spoponderant, annis singulis reddidit. Post ejus discessum filius ejus Ago, in regnum sublimatus, similiter implesse dignoscitur.

XLV. Racconterò in qual modo i Longobardi abbiano versato ogni anno un tributo  di 12.000 soldi ai Franchi, e non nasconderò in che modo avevano perduto 2 città, Augusta e Siusio con i loro territori, a vantaggio dei Franchi.
Dopo la morte del loro re Clefi, i dodici duchi longobardi passarono dodici anni senza re. In quello stesso tempo irruppero nel territorio del regno dei Franchi, come si legge scritto sopra.
Per aver osato ciò, consegnarono in riconciliazione al re Gontrano, le città di Augusta e di Siusio con l'intero  territorio e popolo.
Dopo queste cose mandarono un'ambasceria all'imperatore Maurizio. Ognuno dei dodici duchi manda un ambasciatore che chieda pace e protezione all'impero.

E gli stessi mandarono altri dodici ambasciatori a Gontrano e Childeberto, per avere la protezione e la difesa dei Franchi, soddisfavano i due re con tributi di 12.000 soldi l'anno, cedendo a Gontrano la valle chiamata Ametegis per rafforzare la protezione per se stessi, tramite questi ambasciatori, dove più conveniva.

Dopo queste cose scelgono con intatta devozione la protezione dei Franchi. Senza indugio, col benestare di Gontrano e Childeberto, i Longobardi innalzano sopra sè come re Autari. Un altro Autari anche duca si sottomise all'autorità dell'impero con  tutto il suo ducato e così rimase, e il re Autari restituì anno per anno i tributi che i Longobardi avevano versato ai Franchi. Si sa che dopo la sua dipartita suo figlio Ago, innalzato al trono del regno, si comportò similmente.

 
AN. DCXVII. Anno 34 regni Chlotharii, legati tres nobiles ex gente Langobardorum Agiulfus, Pompegius, et Gauto, ab Agone rege ad Chlotharium regem destinantur, petentes ut illa duodecim millia solidorum, quae annis singulis Francorum aerariis dissolvebant, debuissent cassari, exhibentes ingeniose secretius tria millia solidos, ex quibus Warnacharius mille, Gundelandus mille, et Chucus mille acceperunt: Chlothario vero triginta sex millia solidorum insimul exhibebant. Quare consilio suprascriptorum, qui occulte exeniati fuerant, Chlotharius ipsa tributa a parte Langobardorum cassavit; et amicitiam perpetuam cum Langobardis sacramentis et pactis firmavit.


AN. DCXVIII. XLVI. Anno 35 regni Chlotharii Bertethrudis regina moritur, quam unico amore dilexerat Chlotharius, et omnes leudes bonitatem ejus cernentes vehementer amaverant.

...


Per il testo integrale in latino vedere il sito:

http://www.thelatinlibrary.com/fredegarius.html


 

[1] CASIRAGHI Gianpietro, Il problema della Diocesi di Torino nel medio evo, “Bollettino Storico Bibliografico Subalpino”, Anno LXXV/2, Torino, 1977, pp. 423

             [2] FAUCHET Claude 

              Storico ed antiquario francese, nacque a Parigi il 3 luglio 1530.

Si conoscono pochi particolari dei primi anni della sua vita.

Si è dedicò allo studio dei primi cronisti francesi e propose la pubblicazione di estratti sui primi periodi della monarchia.

Durante le guerre civili perse una grande parte dei suoi libri e manoscritti; in un tumulto fu costretto a lasciare Parigi rifugiandosi a Marsiglia.

Legatosi in seguito al Cardinale di Tournon, lo accompagnò in Italia nel 1554, dove venne inviato più volte come ambasciatore del re, con i rapporti sul seggio di Siena.

I suoi servigi gli fruttarono il posto di presidente della Camera dei Conti per lungo tempo e così gli permisero di riprendere i suoi studi letterari.

All'età di 70 anni, avendo contratto debiti, si trovò costretto a vendere il proprio ufficio; il re, divertito da un suo epigramma, gli concesse una pensione, con il titolo di storiografo di Francia.

Fauchet aveva la reputazione di scrittore imparziale, scrupoloso ed accurato; inoltre nei suoi lavori si trovano fatti importanti non documentati diversamente.

Era tuttavia completamente acritico ed il suo stile singolarmente inelegante.

Il suo lavoro principale (1579, 1599) tratta dell'antichità gallica e francese, dei dignitari e magistrati di Francia, dell'origine della lingua e della poesia francesi, delle libertà della Chiesa Anglicana.

Una raccolta venne pubblicata nel 1610.

Fauchet ha partecipato ad una traduzione degli Annali di Tacito.

Morì a Parigi verso la fine del 1601.

Fonte: Classic Encyclopedia (basata sull'Edizione 1911dell'Encyclopaedia Britannica)  

Traduzione a cura di Silvio Tonda.

Ultimo aggiornamento ( sabato 24 luglio 2010 )
 
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